Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 16 aprile 2016

1176 - IV DOMENICA DI PASQUA

Il Vangelo di oggi (Gv.15,9-17) è una pagina densissima e ci invita a meditare in profondità la natura della nostra fede. Gesù descrive in modo nitido e chiaro il percorso della fede in lui. Lo riprendiamo in quattro tappe.
1. «Io ho amato voi». Tutto parte dall’amore che Gesù ha per noi: è il punto di partenza da cui non si può prescindere. A Pasqua abbiamo visto Gesù crocifisso e lo abbiamo rivisto risorto e fatto Signore dell’universo. In questo modo l’evento pasquale di Gesù è il fondamento e la ragione della fede. Infatti credere significa accogliere il Vangelo della Pasqua e riconoscere in esso la forma storica e spettacolare che ha manifestato, in modo completo e definitivo (sulla croce tutto «è compiuto»), l’amore del Padre per ogni essere umano e per tutta la creazione. Da Gesù ci giunge la notizia che l’amore del Padre è fedele e non permetterà che nulla, di quello che egli ha fatto e ama, potrà mai andare perduto. Da questo amore non ci si può staccare; staccarsi da Gesù vuol dire allontanarsi da Dio e dalla salvezza.
2. Rimanere nell’osservanza dell’amore. Questo amore di Dio non è un atto compiuto una tantum e solo per alcuni. È un amore che resta per sempre perché la nuova alleanza è stata sigillata con il sangue del Figlio di Dio. Di questo amore ci si può fidare e su questo amore si può ragionevolmente far poggiare tutta la vita, la mia e quella di ogni essere umano. La croce è l’àncora sicura di salvezza, è l’amore che mai abbandona. Da qui nasce l’invito di Gesù a «rimanere nel suo amore»: non è un restarvi volontaristicamente, con i propri sforzi, ma un abbandonarsi sereno nelle braccia del Padre che sono sempre pronte ad accogliere.
3. L’amore più grande. L’amore con cui siamo amati e che siamo chiamati a vivere con i fratelli è fedele in modo incondizionato. Lo scopo della mia vita è che il mio fratello viva, allo stesso modo Gesù ha vissuto la sua Pasqua come atto supremo di fedeltà al Padre; il corpo di Gesù, cioè la carne di Dio, è la garanzia dell’amore divino, dunque senza confini. In qualche modo il cristiano è chiamato a vivere in questa immensità e a testimoniare che, da questo oceano di vita e di speranza, prende la forza e la gioia di donare, a sua volta, un amore senza confini. L’amore più grande viene dal Padre e, attraverso Gesù, è partecipato a tutti gli uomini, che diventano amici; per questi amici sono disposto anche a dare la mia vita. È un amore generativo, che dona gioia a chi dà e a chi riceve; è gratuito, perché si preoccupa solo che l’altro viva.
4. La mia gioia in voi. La gioia è frutto di tre cose: sicurezza, pienezza, appagamento. L’amore costruito sulla roccia che è Gesù offre stabilità perché nasce nuovo ogni giorno dal suo amore: non devo meritarlo, devo solo trarne un alimento gratuito. «Chi è senza denaro venga: mangi e beva», è l’invito del profeta Isaia. Dona pienezza, cioè offre la possibilità di una vita santa, l’unica pienamente umana. L’amore di Gesù libera da ogni paura: dove c’è l’amore, non può esserci la paura.
don Luigi Galli