Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

mercoledì 1 aprile 2015

1065 - LONGINO TRAFIGGE IL COSTATO DI GSU'



Longino trafigge il costato di Cristo
Chiesa di San Marco - Koper – Slovenia
I testi patristici abbondano di commenti sul costato di Cristo trafitto sulla croce. Nel racconto di Giovanni, il colpo di lancia non serve ad accertare la morte, dal momento che questa era già stata constatata, piuttosto è un gesto di accanimento gratuito. Ma per l’evangelista è un’immagine-simbolo che sintetizza il senso della vita di Gesù: all’odio che porta alla morte, Cristo risponde con il dono che scaturisce da una sorgente profonda – l’amore, la vita, l’effusione dello Spirito, da cui l’umanità può essere guarita. Cristo sulla croce, con gli occhi aperti, guarda al mondo nella pace, proprio per far vedere che Dio si è lasciato uccidere per mostrarci quanto ci ama.
La croce è simile ad un albero. Proprio da quel male che è giunto dall’albero del paradiso, Cristo ci ha redenti con la propria morte sull’albero della croce.
Dal costato sgorgano sangue e acqua. Il costato riporta al costato di Adamo, da dove Eva fu tolta. Dalla costola di Adamo venne la morte, dalla costola di Cristo la vita, la nuova Eva, la nuova madre dei viventi, cioè la Chiesa. La lancia ci fa risalire alla spada del cherubino che custodiva il paradiso dopo l’espulsione dei progenitori, e la fuoriuscita del sangue e dell’acqua è vista in riferimento all’acqua battesimale e all’eucaristia.
Il rito siro-occidentale del battesimo ha questa preghiera sul fonte battesimale: “Che il tuo Santo Spirito scenda e dimori su questa acqua, la santifichi e la renda simile all’acqua che colò dal fianco del tuo Figlio unigenito sulla croce”.
La lancia che trafigge il fianco di Cristo rimuove così la spada del cherubino a guardia del paradiso, e per noi è possibile il ritorno, lavati dall’acqua che sgorga dal costato.
se il battesimo è un ritorno al paradiso, questo paradiso non è solo il paradiso primordiale della Genesi, è anche il paradiso escatologico del regno. Il battesimo ci fa entrare nel paradiso escatologico e ci fa possedere la “caparra” del regno; realizzare già sulla terra questa entrata potenziale nel regno è lo scopo della vita cristiana, che si manifesta come un processo di continua purificazione e santificazione che culmina nella divinizzazione dell’uomo.
Centro Aletti