Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 15 giugno 2012

699 - III DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Il testo di Marco 10,1-12 fa parte di una serie di insegnamenti impartiti da Gesù alle folle che accorrevano a lui in viaggio verso Gerusalemme dove l’attende l’ora della Croce (v. 1). L’insegnamento riportato è provocato dalla domanda fattagli, con intento malevolo, da alcuni farisei e riguardante la liceità del divorzio (v. 2). I vv. 3-9 registrano l’iniziale dialogo con i suoi interlocutori e la soluzione magisteriale della questione con il riferimento esplicito alla volontà di Dio creatore dell’uomo «maschio e femmina» destinati da lui a diventare «una carne sola» (cfr. Gen 1,27; 2,24). I vv. 10-12 riportano infine l’insegnamento impartito da Gesù ai soli discepoli a casa, sottolineando la speciale cura nella loro formazione che essi dovranno trasmettere alla sua Casa che è la Chiesa. In esso, con riferimento diretto all’intento di Dio creatore dell’uomo maschio e femmina, è pertanto escluso il divorzio sia da parte del marito sia da parte della donna che, nel mondo pagano, godeva di questo diritto al pari dell’uomo.
È importante per noi lasciarci penetrare dalla luce dello Spirito che apre la nostra mente alla comprensione più profonda della progressiva rivelazione che Dio fa di sé e del suo disegno sul mondo e che è testimoniata nelle Scritture. Rivelazione che, come sappiamo e crediamo, ha il suo fondamento e principio e il suo esito pieno nella venuta in questo mondo del Figlio unico di Dio, Crocifisso e Risorto.
L’illuminazione interiore della Spirito ci dà la capacità di risalire dal racconto biblico della creazione dell’uomo, maschio e femmina (Cfr. Lettura), di risalire alla grandezza e alla magnanimità di Dio che si rivela premuroso fino alla tenerezza per le sue creature (Genesi 2,18.21 ss). Ci dà, inoltre, la capacità di penetrare il significato nascosto di quel racconto fino a scorgere in quella creazione e nelle sue caratteristiche, l’anticipazione profetica del “grande mistero”, quello cioè dell’unione di Cristo e della Chiesa e di cui ci parla l’Apostolo (Epistola: Efesini 5,32).
Proprio per questo il Creatore plasma l’uomo e da esso forma la donna che il primo riconosce come quell’«aiuto che gli corrisponde» (Gen 2,18): «Questa volta è osso delle mie ossa...» (Gen 2,23) e, cosa davvero mirabile, i «due» sono destinati ad essere «un’unica carne», a fondersi cioè in unità di spirito e di vita.
È questo volere di Dio impresso fin dall’origine del tempo a far sì che l’unione dell’uomo e della donna abbia la nota essenziale dell’unità: «i due saranno un’unica carne» e, perciò, dell’indissolubilità: essendo impraticabile la divisione dell’unica carne.
A questo volere Gesù si rifà nella sua risposta alla domanda dei farisei fatta «per metterlo alla prova»: «dall’inizio della creazione “li fece maschio e femmina... perché diventino una sola carne», con la conclusione perentoria che egli lascia come norma non solo ai suoi discepoli: «Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (Vangelo: Marco 10, 6-9).
Perché non accada che, “per la durezza del nostro cuore” (v. 5) trasgrediamo al comando del Signore, facciamo costante riferimento alla sua unione d’amore per la Chiesa, sua “carne”, sua sposa. Un amore che lo ha spinto a offrirsi per essa fino alla morte, fino alla trafittura del suo fianco da cui, come supremo dono uscì il flusso di sangue e acqua che continua a scorrere per tutti nella realtà sacramentale che ha il suo culmine e la sua fonte nell’Eucaristia.
Impareremo così a non guardare all’unione sponsale dell’uomo e della donna con le sole categorie sociologiche, ma con quelle rivelate dal rapporto Cristo/Chiesa caratterizzato dal dono di sé spinto all’estremo e che fa nascere spontanea l’ubbidienza e la sottomissione amorosa a lui che ha amato e ama per primo.
A. Fusi