Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 19 novembre 2011

616 - II DOMENICA DI AVVENTO

Il Regno dei cieli è l’iniziativa sorprendente di Dio di voler radunare attorno a Casa Trinità tutta una famiglia di uomini e donne che vi vogliono aderire; è la proposta fatta a tutte le creature a divenire figli di Dio e quindi suoi eredi, in una comunità di fratelli che già nel tempo inizia a formare una comunione con Dio e degli uomini tra di loro. Appunto, la Chiesa, “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1,1).
L’iniziativa parte da lontano, in Israele, da Abramo, “padre di una moltitudine di popoli” (Gen 17,5); e perciò da subito universale proprio perché fondata sulla gratuità della chiamata. Dentro la storia del popolo di Dio avrà la sua svolta decisiva con l’invito del Precursore ad aprirsi - convertirsi - al definitivo iniziatore del Regno aperto a tutti, quel Gesù di Nazaret che “battezzerà in Spirito santo”. E, quale suo prolungamento, nell’opera degli Apostoli a portare il vangelo “fino agli estremi confini della terra” (At 1,8).
Tutti sono chiamati, ma tocca a ciascuno “spianare la strada” e accogliere con interiore conversione la proposta di salvezza offerta da Dio.
Israele si è accorto di avere un Dio capace di riscatto e di salvezza quando sperimentò la liberazione dall’Egitto: “Non sei tu che hai prosciugato il mare, le acque del grande abisso, e hai fatto delle profondità del mare una strada, perché vi passassero i redenti?” (I lett.). Da allora fu tutto un susseguirsi di premure - e di pazienza - da parte di Dio nel raccogliere attorno a Sé un popolo fedele: “la mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza di generazione in generazione”. Da qui la fiducia nell’agire di Dio e l’invocazione: “Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei giorni antichi, come tra le generazioni passate”. La grande certezza cui educa tutta la Bibbia è quella di aver scoperto un Dio affidabile, anzi un Dio che previene il bisogno di vita e felicità dell’uomo col promuovere e stimolare un ritorno a Lui da parte di tutti: “Io, io sono il vostro consolatore”. Su questo sfondo (su questa preparazione) si colloca l’iniziativa di Dio di inviare il definitivo Salvatore, di cui il Battista è il battistrada. “Il Regno di Dio è vicino”. Siamo al colmo della vicenda salvifica: “Colui che viene dopo di me è più forte di me e io non son degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco”. Dalle promesse - dalla preparazione - ai fatti definitivi: l’azione di Dio salvatore si storicizza in una Persona concreta, nei suoi gesti e nella sua vicenda umana che esprime tutto quanto Dio voleva fare e offrire per l’uomo e il suo riscatto. La voce del Battista risuona al Giordano nell’anno 28 della nostra èra, e la missione di Gesù tra il 28 e il 30. Luoghi e date di fatti ben precisi. Dio agisce tra gli uomini mettendosi sulle loro strade per un contatto addirittura fisico. La salvezza divina è appunto una Persona, Gesù di Nazaret.
E da lì, come un fiume ormai inarrestabile, si dilata a tutti gli uomini “con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito” (II lett.). E’ Paolo l’emblema di questa corsa del vangelo lungo le strade del mondo, col suo puntiglio “di non annunziare il vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo”. Sta scritto infatti - cioè è disegno preciso di Dio -: “Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno”. Il proposito è esplicito: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tim 2,4). Al Regno di Dio tutti gli uomini sono chiamati, per la via maestra dell’annuncio del vangelo, ma anche per altre vie note solo a Dio dacché Cristo è morto per la salvezza di tutti. “Da queste pietre Dio può suscitare figli di Abramo”. Ora tocca ad ognuno di noi rispondere di sì, cioè convertirci! “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. Il primo passo della conversione è passare dal soggettivismo alla “verità”. Questo è il vero male del nostro tempo: non credere più che esista una verità sulla quale misurarsi, ma solo l’opinione o l’interesse soggettivo di ognuno. Ne deriva un grande indifferentismo morale. Il Battista annuncia il giudizio di Dio: “Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco”. Non è tutto indifferente: il bene e il male hanno ancora un nome preciso e Dio ne è il garante! “La scure è posta alla radice degli alberi”. “Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”.
Raddrizzare i sentieri significa poi compiere frutti di conversione morale. Il Battista indicherà ad ogni categoria i suoi doveri di giustizia e di carità. Non vale l’appartenenza, servono le opere: “Non crediate di poter dire dentro di voi: Abbiamo Abramo per padre!”. Capita di vivere la nostra religiosità in pratiche abitudinarie. O di sentirci arrivati, perché magari siamo del giro.. Il battesimo di conversione praticato da Giovanni significa fare dei passi personali di apertura operosa verso il nuovo stile del Regno. Paolo dice che per mezzo suo “Cristo ha operato per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere” (II lett.).
Ma il vertice del cambiamento lo si ottiene solo quando si arriva ad essere toccati dallo Spirito. Questa è la novità del Cristianesimo, o della Nuova Alleanza: uno Spirito nuovo che trasforma il cuore di pietra in cuore di carne. Perché il risultato finale deve essere “che le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo” (II lett.). Il sacramento sancisce e perfeziona l’autentica trasfigurazione dell’uomo, ben oltre le sue buone intenzioni e le sue capacità morali. La salvezza piena la si ottiene solo quando si è toccati dall’opera di Cristo: “Colui che viene dopo di me è più forte di me - confessa il Battista - Egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco”. Troppi ancora ingenuamente pensano a un generico ricorso a Dio, trascurando il “sacramento”, cioè all’unico canale efficacia della grazia che trasforma e salva l’uomo.
(don Romeo Maggioni)