Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 11 novembre 2011

614 - LA VENUTA DEL SIGNORE

Questa prima domenica, con i testi biblici oggi proclamati, pone il tempo dell’Avvento, essenzialmente orientato al mistero salvifico dell’Incarnazione e della Natività del Signore, nel più ampio contesto degli ultimi eventi, della sua venuta cioè alla fine dei tempi (parusìa) che rappresenta il compimento ultimo e definitivo della salvezza che ha il suo esordio proprio nella sua Natività e il suo apice nella sua Pasqua.
I brani biblici ci dicono che la prima venuta del Figlio di Dio nel mondo ha effettivamente introdotto in esso la salvezza, che dovrà però compiersi definitivamente con il suo ritorno alla fine dei tempi. Le immagini a tinte forti della Lettura profetica dicono la condizione anche attuale della storia umana contrassegnata dall’iniquità, dalla violenza, dal peccato che provoca nell’uomo sofferenza e dolore di cui si fa interprete il Salmo 79(80): «Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza», e che lo spinge a implorare: «Dio degli eserciti, ritorna!».
La decisione da parte di Dio di intervenire con forza per porre fine a tanto sfacelo si concretizza nella “prima venuta” del suo Figlio fatto uomo. Egli si presenta come la mano tesa da Dio agli uomini invitati ad abbandonare ogni empietà e a ritornare a lui con decisa determinazione. L’Avvento ci stimola ogni anno ad accogliere in Cristo l’intervento salvifico di Dio nel mondo.
Rifiutarlo o misconoscerlo comporterebbe l’impossibilità a sopportare l’inevitabile crollo delle umane certezze delle quali, come ci avverte il Signore, non rimarrà «pietra su pietra che non venga distrutta» (Vangelo), e l’incapacità a resistere, come ci viene detto, saldi nella fede alle altrettanto inevitabili prove e persecuzioni così come alla “grande tribolazione” che attraversa normalmente la nostra storia e la nostra vita.
In essa, come ben sappiano per esperienza diretta e personale, la fanno da padroni quelli che l’Epistola paolina chiama i «nostri nemici», per noi invincibili, il più terribile dei quali è la morte! Rifiutare il dono di salvezza che viene dall’alto comporterebbe infine, cosa più grave e irrimediabile, l’esclusione dal gruppo degli eletti che il Signore radunerà «dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo» (Vangelo).
Di qui l’annuale invito dell’Avvento a volgere il nostro sguardo e il nostro cuore al Volto di Dio che brilla benevolo nel suo Figlio nato da Maria e mentre attendiamo la sua “seconda venuta” nella quale pronuncerà, come speriamo, il giudizio definitivo della nostra salvezza, impariamo a riconoscerlo e ad accoglierlo nella sua incessante “venuta” nell’assemblea liturgica radunata nel suo nome.
In essa è attualizzato ciò che egli ha compiuto con la sua prima venuta «nell’umiltà della carne», nella quale «portò a compimento l’antica speranza e aprì il passaggio all’eterna salvezza» e dove è tenuta desta la certezza che «quando verrà di nuovo nello splendore della gloria potremo ottenere, in pienezza di luce, i beni promessi che ora osiamo sperare, vigilando nell’attesa» (Prefazio).
Illuminati dalle divine Scritture sperimentate alla mensa eucaristica dove annunciamo la morte e la risurrezione del Signore «nell’attesa della sua venuta» sale spontanea in noi la gioia e l’esultanza che, come ci suggerisce l’antifona Alla Comunione, coinvolge il cielo e la terra: «Gioite cieli, esulta o terra; gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo, con la sua mano radunerà gli agnelli e ha pietà degli infelici».
A. Fusi