Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 7 maggio 2010

307 - NESSUNO VI TOGLIERA' LA VOSTRA GIOIA

Il brano evangelico, preso dal lungo discorso di congedo rivolto da Gesù ai suoi discepoli nel Cenacolo prima di “consegnarsi” alla morte, appare suddiviso in due parti.

Nella prima (vv 12-15) Gesù rivela ai suoi la venuta dello Spirito con il compito essenziale di condurli a “tutta la verità” che è pienamente e definitivamente racchiusa nella “rivelazione” da Lui portata nel mondo. Nella sua attività lo “Spirito della verità” non agirà autonomamente da Gesù. Egli, di fatto, non ha altra “rivelazione” da portare se non quella di Gesù: le sue parole e le sue azioni salvifiche.Nella seconda parte (vv 16-22) Gesù preannunzia, nella sua morte, l’ora di pianto e di tristezza per i suoi e simultaneamente, l’ora della “gioia” portata nel cuore dei discepoli dalla vista del Signore risorto. Una “gioia” che dura nel tempo grazie al permanere del Risorto tra i discepoli.

Tutti noi che ascoltiamo la Parola evangelica dopo gli eventi pasquali possiamo riconoscere e constatare come essa sia stata pronunziata da Gesù, in quell’ora solenne, anche per noi e come si sia avverata e continuamente si avveri nella comunità dei credenti. Se oggi noi ascoltiamo come “vive” le sue parole è grazie allo Spirito Santo da lui donato nella sua Pasqua.

Lo Spirito, infatti, interprete autentico delle Parole di Gesù, ha il compito di guidare i discepoli del Signore, alla “verità tutta intera”, ossia alla piena comprensione di ciò che lui ha detto e compiuto in vista della loro partecipazione alla comunione di vita con lui e, di conseguenza, con il Padre.

L’azione dello Spirito, in sintesi, è quella di “insegnare” ciò che ha “udito” da Gesù e in tal modo di tenere vivi, nella comunità dei credenti, la Parola e i gesti di Gesù. Lo Spirito, pertanto, porta a noi, ancora oggi ciò che “prende” da Gesù, vale a dire la Parola di rivelazione e l’immenso tesoro di grazia da lui accumulato nella sua Pasqua nella quale, come “sacerdote per sempre” salva “perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio” (Epistola: Ebrei 7,25). Lo Spirito, inoltre rende “testimonianza” al Signore Gesù e dona così ai credenti la forza di “testimoniarlo” lungo i tempi anche a costo di incomprensione e di persecuzione. La Lettura, al riguardo, offre un chiaro esempio nell’apostolo Paolo che, in circostanze drammatiche, rende “testimonianza” di quanto il Signore Gesù ha compiuto in lui sulla via di Damasco (Atti degli Apostoli 22,1-22).

Ed è, infine, lo Spirito a garantire, non certo a livello fisico, ma a livello “misterico-sacramentale”, la permanente presenza del Signore nella sua comunità. Si realizza in tal modo, anche per i credenti e lungo i secoli, la misteriosa affermazione di Gesù: “un poco ancora e mi vedrete” (Giovanni 16,16). Una volta tornato al Padre, Gesù rimane per sempre tra i suoi nei santi misteri e segnatamente nell’Eucaristia nella quale egli continua a esercitare a nostro “favore” quel “sacerdozio che non tramonta” (Ebrei 7,24).

Per questo la preghiera liturgica del Prefazio può dire, in tutta verità, che nella celebrazione rituale della sua “immolazione pasquale”, Gesù «ancora si offre e come nostro avvocato intercede per noi; sacrificato sulla croce, più non muore, ma con i segni della sua passione vive immortale».

Questa costante presenza del Signore “nello Spirito” reca effettivamente nel cuore della Chiesa il dono singolare della “gioia” che niente e nessuno le potrà mai togliere (cfr. Giovanni 16,22). Su di essa, infatti, risplende per sempre il volto di Dio (cfr. Salmo 66): il suo Figlio Gesù, il risorto da morte, che riempie di gioia e di esultanza la terra e il cielo.

(A.Fusi)