Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

martedì 23 marzo 2010

264 - TRENTESIMO ANNIVERSARIO DELL'ASSASSINIO DI MONS. OSCAR ROMERO

Nel giorno che ricorda l'uccisione di Mons. Oscar Arnulfo Romero, la Chiesa Italiana si celebra una giornata di preghiera e digiuno facendo memoria dei missionari martiri e di quanti ogni anno sono stati uccisi solo nel nome di Cristo.

Il 24 marzo 1980, un sicario sparò un proiettile blindato ed esplosivo, calibro 25 a Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador. La pallottola gli attraversò il cuore. Lo uccisero codardamente nelle cappella di un piccolo ospedale mentre celebrava l’Eucarestia con gli ammalati. Cadde ai piedi del crocifisso. Il suo sangue si mescolò col vino che stava offrendo proprio nel momento dell’offertorio.

Per ricordare la figura di Mons. Romero, alcune riflessioni tratte dai suoi scritti.

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Uno non deve mai amarsi al punto da evitare ogni possibile rischio di morte che la storia gli pone davanti. Chi cerca in tutti i modi di evitare un simile pericolo, ha già perso la propria vita».

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Sono stato frequentemente minacciato di morte. Come cristiano, non credo nella morte senza resurrezione: se mi uccidono, risorgerò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza iattanza, con la più grande umiltà. Come pastore sono obbligato per mandato divino a dare la vita per coloro che amo, cioè tutti i salvadoregni, anche quelli che mi uccidessero. Se le minacce dovessero compiersi già da adesso offro a Dio il mio sangue per la redenzione e la resurrezione del Salvador. Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare, ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita che il mio sangue sia semenza di libertà e segno che la speranza si tramuterà ben presto in realtà. La mia morte, se accettata da Dio, sia per la liberazione del mio popolo e come una testimonianza di speranza nel futuro. Lei può dire, se arrivassero ad uccidermi, che io perdono e benedico quelli che lo faranno. Forse, così, si convinceranno di perdere il loro tempo: un vescovo morirà, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non perirà mai. [da un'intervista concessa da Mons. Romero al "Diario de Caracas"]

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Il mondo dei poveri, con caratteristiche sociali e politiche assai concrete, ci insegna dove debba incarnarsi la Chiesa, per evitare quella falsa universalizzazione, che finisce sempre col trasformarsi in connivenza con i potenti. Il mondo dei poveri ci insegna come debba essere l’amore cristiano, che cerca certamente la pace, ma smaschera pure il falso pacifismo, la rassegnazione e l’inazione; che deve essere certamen-te gratuito, ma deve pure cercare l’efficacia storica. Il mondo dei poveri ci insegna come la sublimità dell’amore cristiano debba passare attraverso l’imperiosa necessità di un impegno perché sia resa giustizia alle maggioranze, senza rifuggire della lotta onesta.