Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

domenica 14 marzo 2010

258 - IL PROBLEMA DEL DOLORE INNOCENTE

Duccio di Boninsegna
.

Quando, al capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, i discepoli domandano al Maestro, a proposito del cieco nato: “Chi ha peccato perché egli nascesse cieco?” il sottinteso è chiaro: se non è colpa di un uomo, è colpa di Dio. Di fronte al dolore innocente, noi abbiamo bisogno di un colpevole. E se non troviamo una spiegazione umana, non esitiamo a farci l’idea di un Dio vendicativo o che comunque si diverte ad avere ragioni sue.


Così facendo introduciamo delle categorie emotive che finiscono per dare un contenuto di fantasmi a un discorso già tremendo, già difficile, ma che in questo modo viene certamente collocato in una direzione che è senza speranza. Quel Dio contro il quale ci ribelliamo non c’è. Noi non abbiamo mai conosciuto un Dio persecutore. Il nostro Dio è giustizia, ma non «vendicatività». E anche quando gli trasferiamo la categoria della giustizia, la sua non è certo come la nostra.


Certo, molto dolore viene dal peccato degli uomini. Quanto ne è seminato dalla cattiveria! Pensiamo alle guerre, alla droga… È davvero una lucidità diabolica, messa in atto per un interesse, per il tradimento e la rovina di intere generazioni. Che male può fare il peccato e la cattiveria dell’uomo! Ma il dolore che colpisce un singolo, soprattutto quello non cercato, non voluto, non dà la misura del suo peccato. Non si può porre un’equazione tra la sofferenza e il peccato, e il Signore non lo vuole. Possiamo dire che la miseria e la sofferenza rivelano una situazione di decadenza e di peccato dell’umanità, dell’uomo. Ma non si può collegare direttamente il patimento dell’uomo con il suo peccato.


Le persone che interrogano Gesù vanno arzigogolando su di chi è la colpa. Il Signore taglia corto: “Non perdete tempo! Non che questo non sia un problema, però badate bene che l’esperienza del dolore non diventi un alibi per non porvi la questione dell’esistenza, la questione della conversione, cioè per non domandarvi se siete sulla strada giusta o sbagliata”.


Qual è il mio rapporto con Dio? Qual è il senso del mio riferimento al mistero di Dio? Sono in un atteggiamento di dipendenza e di speranza, oppure volto le spalle al mistero?


Su questo vale la pena che riflettiamo.


(Giovanni Moioli)