Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

mercoledì 18 novembre 2009

156 - LA FAME È “IL SEGNO PIÙ CRUDELE E CONCRETO DELLA POVERTÀ

La comunità internazionale sta af­frontando in questi anni una grave crisi economico- finanziaria. Le sta­tistiche testimoniano la drammati­ca crescita del numero di chi soffre la fame e a questo concorrono l’au­mento dei prezzi dei prodotti ali­mentari, la diminuzione delle di­sponibilità economiche delle popo­lazioni più povere, il limitato acces­so al mercato e al cibo. Tutto ciò mentre si conferma il dato che la ter­ra può sufficientemente nutrire tut­ti i suoi abitanti. Infatti, sebbene in alcune regioni permangano bassi li­velli di produzione agricola anche a causa di mutamenti climatici, glo­balmente tale produzione è suffi­ciente per soddisfare sia la doman­da attuale, sia quella prevedibile in futuro. Questi dati indicano l’assen­za di una relazione di causa- effetto tra la crescita della popolazione e la fame, e ciò è ulteriormente provato dalla deprecabile distruzione di der­rate alimentari in funzione del lucro economico.

Nell’odierna situazione permane ancora un livello di sviluppo dise­guale tra e nelle Nazioni, che deter­mina, in molte aree del pianeta, con­dizioni di precarietà, accentuando la contrapposizione tra povertà e ricchezza. Tale confronto non ri­guarda più solo i modelli di svilup­po, ma anche e soprattutto la per­cezione stessa che sembra affer­marsi circa un fenomeno come l’in­sicurezza alimentare. Vi è il rischio cioè che la fame venga ritenuta co­me strutturale, parte integrante del­le realtà socio-politiche dei Paesi più deboli, oggetto di un senso di rasse­gnato sconforto se non addirittura di indifferenza. Non è così, e non de­ve essere così! Per combattere e vin­cere la fame è essenziale comincia­re a ridefinire i concetti ed i principi sin qui applicati nelle relazioni in­ternazionali , così da rispondere al­l’interrogativo: cosa può orientare l’attenzione e la successiva condot­ta degli Stati verso i bisogni degli ul­timi? La risposta non va ricercata nel profilo operativo della cooperazio­ne, ma nei principi che devono i­spirarla: solo in nome della comune appartenenza alla famiglia umana universale si può richiedere ad ogni Popolo e quindi ad ogni Paese di es­sere solidale, cioè disposto a farsi ca­rico di responsabilità concrete nel venire incontro alle altrui necessità, per favorire una vera condivisione fondata sull’amore.

Non si devono poi dimenticare i diritti fondamentali della persona tra cui spicca il diritto ad un’ali­mentazione sufficiente, sana e nu­triente, come pure all’acqua; essi ri­vestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti, ad i­niziare da quello, primario, alla vita. È necessario, pertanto maturare « u­na coscienza solidale, che conside­ri l’alimentazione e l’accesso all’ac­qua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni » ( Caritas in verita­te,27)


(dal discorso di Benedetto XVI al Vertice della FAO a Roma, 16 novembre 2009)

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