Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 6 novembre 2009

148 - NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

È l’ultima domenica dell’Anno liturgico in rito ambrosiano, nella visione del Cristo crocifisso, vuole additare alla Chiesa e al mondo il cuore e il centro della "storia" che, proprio grazie alla Pasqua del Signore, è attraversata da una concreta possibilità di salvezza offerta a tutti.

Il brano evangelico fa parte del racconto della crocifissione (Luca 23,26-56) e segue immediatamente la scarna descrizione della crocifissione stessa tra due "malfattori" (v 33), le parole di perdono di Cristo crocifisso e la spartizione delle sue vesti (v 34) e soprattutto lo scherno e la derisione dei capi del popolo (v 35) ai quali si uniscono anche i soldati (v 36). I primi ridicolizzano Gesù nella sua pretesa messianica sbugiardata dal fatto che non è in grado di "salvare sé stesso", mentre i soldati lo deridono per la sua qualità "politica" di "re dei Giudei", titolo che per spregio compare pure sulla scritta posta sopra la croce (v 38).

Ai capi e ai soldati si associa nella derisione e nell’insulto uno dei due "malfattori" appesi come Gesù alla croce. Egli, con rabbia, denuncia l’inconsistenza della pretesa messianica di Gesù, che, a differenza del Messia promesso da Dio, non è capace di procurare "salvezza". Per i contemporanei di Gesù, rappresentati dai capi, dai soldati e dal "malfattore", la salvezza era concepita come salvezza di natura "politica" o "spettacolare-miracolistica" come sarebbe, quella di scendere dalla Croce! Ma nel disegno di Dio, l’incomprensione, la non accettazione, la persecuzione e la derisione del Signore crocifisso in cui viene raggiunto il punto estremo dello svuotamento della sua condizione divina e della sua umiliazione (cfr. Epistola: Filippesi 2,7-8), lo accredita, al contrario, come quel "servo" «disprezzato, rifiutato dalle nazioni, schiavo dei potenti» (Lettura: Isaia 49,7) che Dio invece stabilisce come «luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra» (v 6).

Nell’altro malfattore che si rivolge al crocifisso chiamandolo per nome: Gesù! Ovvero riconoscendo che in lui, Dio "salva" (vv 40-42) la promessa profetica è avverata. In Gesù la salvezza fa il suo efficace ingresso nella storia e nell’umanità. Il Crocifisso, infatti, è in grado di riaprire le porte del Paradiso sigillato a causa del peccato di Adamo ovvero di far entrare, chi a lui si affida, in quella comunione di vita che lo unisce al Padre.

Questa domenica, con la scena solenne di Cristo crocifisso costituito re dell’universo, chiude il corrente anno liturgico e pone, così, nella luce della croce del Signore, e dunque della Pasqua, il nuovo anno che sta per iniziare con il tempo dell’Avvento. Cristo Gesù, "esaltato" sulla croce, è all’inizio, al centro, e al termine dei tempi e della storia che, grazie a lui, diventa lo spazio dove la salvezza, concretamente offerta al "malfattore", che lo invoca, deve raggiungere tutte le nazioni, tutte le genti, tutti gli uomini compresi quelli che, come "i soldati" e "uno dei malfattori" scuotono il capo increduli davanti a lui.

La preghiera liturgica, penetrando in profondità la Scrittura con la guida dello Spirito, vede nell’evento "storico" della croce non solo il «compimento della nostra salvezza», bensì la solenne proclamazione e costituzione di Gesù crocifisso quale «Signore di tutte le creature», che una volta "ricapitolate" in lui dalla dispersione frutto del peccato, egli può presentare a Dio come «regno universale ed eterno: regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace» (Prefazio).

Nel solenne raduno eucaristico, specialmente domenicale, la Chiesa, riproponendo "nel mistero" la Croce del Signore, ne annunzia l’intatta efficacia salvifica "oggi", qui e adesso, e anticipa il giorno felice in cui tutti potremo «regnare nella gloria senza fine con lui, che vive e regna nei secoli dei secoli» (Orazione dopo la Comunione).

(A.Fusi)